“I legionari nella provincia del Principato Citeriore, da strumento di ordine pubblico a mezzo per la conferma del notabilato durante il decennio francese” è il saggio del tenente colonnello Andrea Enzo Gottardo Crivellotto, editore Pasquale D’Arco, pubblicato a giugno 2021. .

L’opera studia i Legionari, una forza militare poco conosciuta e presenta “uno spaccato delle casate notabili dell’antica Provincia del Principato Citra ed, in particolare, di quelle della fidelissima Città di Campagna”.

 

Ma chi erano i nobili?

Ce lo spiega nella bella prefazione Nicola Pesacane riprendendo la relazione del Duca Maresca:“…non vi è dubbio che la migliore e più autentica nobiltà proviene oltre che dalla purezza dei natali, dalla austerità dei costumi, dai matrimoni decorosi, dalla vita corretta e dignitosa”.

Una vita “tendente a realizzare, al di fuori e al di sopra, del personale interesse, con amore e sacrifici, alti fini sociali”.

 

“Ricami sopra sudicia tela”

 

Il bello é che Nicola Pesacane, riprendendo Il Maresca a proposito di nobiltà, cita L’Epistolario di Ugo Foscolo: “Per me è vero patrizio di una città chi ha terre da far fruttare, sepolcri domestici da venerare, lari da difendere ed antenati da imitare, i quali per lungo ordine d’anni abbiano o arricchita la loro patria con l’industria o celebrata con le virtù e l’ingegno, o protetta col sangue. Ma i titoli, i feudi che ogni Principe può dare e può torre e che ogni soldato straniero o mercadante…o letterato cortigiano, può assumere nei paesi conquistati…sono ai miei sguardi, ricami sopra sudicia tela…”.

 

Maresca: “La nobiltà in senso cristiano è riduzione delle distanze sociali”

 

E continua: “Le classi elette si avvicendano, ma la nobiltà è immortale, perché la nobiltà stessa, intesa in senso veramente cristiano, è popolo selezionato attraverso generazioni e tempo, e ciò dimostra chiaramente che la nobiltà non è per nulla in antitesi con una vera e benintesa democrazia che si proponga di realizzare verso l’alto e non già verso il basso, l’auspicata riduzione delle distanze sociali...”.

 Nell’opera l’autore studia il decennio francese, 1806-1815, nel Mezzogiorno.

 

Colonnello Crivellotto, chi erano i Legionari?

“Funzionalmente, erano dei militi il cui compito era la difesa del pubblico ordine e della proprietà privata nelle circoscrizioni locali e rurali.

Materialmente erano dei proprietari o degli uomini con una situazione reddituale stabile, per servire nella legione era necessario rispettare alcuni requisiti censuari.

Gli Ufficiali erano invece nominati dal sovrano (bonapartista), dopo un vaglio che partiva dall’Intendente della provincia, cioè il diretto referente del governo centrale.

Mentre per quanto riguarda i legionari semplici possiamo parlare di “coscritti”.

In merito agli Ufficiali possiamo dedurre che si trattasse di figure note nell’ambiente sociale e che manifestassero attaccamento al nuovo regime”.

 Qual è il ritratto che emerge della classe dirigente del Principato Citeriore?

“Emerge un quadro dagli elementi contraddittori.

E’ un quadro in cui coesistono spunti di dedizione, ma anche inimicizie e diatribe personali che virano sullo scontro istituzionale.

Il servizio legionario era uno strumento per acquisire un ruolo da cui derivava, localmente, prestigio.

Talvolta l’appartenenza legionaria era strumentale ad affermare la primazia del proprio gruppo”.

Come furono attuate le riforme in chiave moderna nel decennio francese?

“Vorrei evidenziare una riforma su tutte: l’eversione della feudalità con la legge del 1806 che, tra gli altri effetti, ebbe quello di abolire tutte le giurisdizioni e i tribunali baronali, uniformando il sistema giudiziario a livello statale. Un grande passo avanti in chiave moderna.

Nobiltà di sangue uguale nobiltà d’animo. E’ sempre così?

“Non è mai un assioma. Nel decennio francese vennero creati nuovi nobili. Si trattava di famiglie per lo più appartenenti alla distinta civiltà, ma credo fosse un tentativo sia per ricompensare l’attaccamento agli ideali figli della rivoluzione, che per innovare un corpo sociale con figure dalla mentalità più dinamica”.

stampa

di Ornella Trotta

Condividi
Potrebbe anche interessarti

Rapporto SVIMEZ 2024, sabato la presentazione

Rapporto SVIMEZ 2024, sabato la presentazione Eboli- Mentre le disuguaglianze territoriali si…
Condividi

Rabbini da tutto il mondo alla ricerca dell’agrume perfetto: il cedro di Calabria

Per i rabbini è “il frutto dell’albero più bello”, per i coltivatori…
Condividi

Giffoni Film Festival ai nastri di partenza. Parola d’ordine: “Indispensabili”

GIFFONI VALLE PIANA (SA). Una mano aperta per salvare, una mano aperta…
Condividi

Comandante dei Vigili, a breve l’incarico

Eboli – Non c’è alcun motivo segreto, da nascondere, rispetto al non…
Condividi