Gianni PIttella

di Gianni Pittella

L’Europa, nonostante tutto, è l’unico futuro possibile

La vicenda giudiziaria e politica che in queste settimane agita le istituzioni europee mi sconvolge e addolora profondamente.

La causa, i valori, il sogno europeo sono stati il cuore del mio impegno politico e istituzionale e lo spaccato che pare tristemente emergere nella cronaca danneggia la reputazione del Parlamento e dell’intera Unione Europea.

Ma come è successo per il Covid e per i tanti “agguati” che l’Unione Europea negli anni ha sventato non bisogna smarrire neanche in questo caso le coordinate essenziali che dovrebbero guidare una valutazione di vicende giudiziarie come questa: parimenti la presunzione di innocenza e l’affermazione adamantina dei principi di trasparenza e autonomia delle istituzioni europee, principi fondativi della comunità sovranazionale europea.

Che dunque si proceda – come giustamente si sta facendo – con la massima celerità alla chiarificazione dei fatti e le istituzioni diano totale collaborazione all’attività investigativa.

Ma questo non può e non deve bastare.

Perchè si prevengano altri abusi o peggio reati, bisogna rafforzare le maglie di difesa, gli argini regolamentari ed etici e adottare misure conseguenti.

Mi permetto dare qualche suggerimento, provando al contempo anche a sgombrare il campo da alcune imprecisioni che fanno solo confusione.

1. Revolving Doors: gli ex parlamentari Europei possono impegnarsi in attività di lobby solo dopo un periodo (da definire) dalla fine del mandato europeo e comunque previa iscrizione al registro di trasparenza.

Ciò impone da una parte un tempo minimo di ‘raffreddamento’ tra il proprio incarico parlamenatre e l’attività di rappresentanza di interessi e inoltre impone una registrazione ufficiale delle attività.

2. Definire un Registro di Trasparenza per gli Stati terzi e per il personale diplomatico che accede al Parlamento Europeo. Le fattispecie agli onori della cronaca riguardano infatti una presunta illecita influenza di Stati terzi rispetto all’Unione su membri del Parlamento.

3. Cancellare o regolamentare in modo più stringente i cd. ‘gruppi informali’ che si creano tra i deputati europei come il caso dei cd. Gruppi di amicizia.

4. Favorire la trasparenza e la rendicontazione degli incontri con i deputati europei che hanno come oggetto gli affari esteri.

Per quanto attiene il ruolo degli assistenti parlamentari ho notato l’approssimazione con cui alcuni servizi televisivi banalizzano una funzione invece preziosa di supporto all’attività parlamentare, nella maggior parte dei casi svolta con competenza, rigore e professionalità.

E per concludere, la vicenda giudiziaria in corso non può e non deve essere etichettata sotto il nome di lobby.

Laddove la magistratura accertasse la responsabilità degli attuali indagati si tratterebbe di influenza straniera attraverso la corruzione!

La lobby, l'attività di lobbying non c’entra nulla e anzi va sottolineato come l’Unione europea abbia una delle legislazioni più avanzate nella regolamentazione della rappresentanza di interessi legittimi presso il decisore, legislazione migliorabile certo ma a prescindere dai casi di cronaca.
 
E infine un'ultima considerazione.

Nel corso degli ultimi decenni, l’Unione ha avviato e consolidato una importante partnership euromediterranea, tanto più importante per i paesi della sponda sud d’Europa, come l’Italia, e tanto più strategica in una stagione di conflitti bellici a bassa o ad alta intensità e flussi migratori continui.

Partnership che sul piano dello sviluppo economico e della comprensione culturale può dire molto all’Unione del futuro.

Le possibili citate interferenze marocchine o qatarine non siano la scusa per rallentare o peggio cancellare molti anni di lavoro insieme ai paesi del Maghreb e del Golfo.

Sarebbe una scelta assurda e anche suicida per un’Europa protagonista sul piano geopolitico ed economico.
Perchè l’Europa, nonostante tutto, è l’unico futuro possibile.

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di Ornella Trotta

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