NAPOLI. Che cosa avranno da dirsi Artemisia Gentileschi e Diana De Rosa, o Bernardina Pisa e la regina Giovanna l d’Angiò, ma soprattutto: come faranno a parlare tra di loro?
In una città da sempre in bilico tra il reale e il fantastico, tra “chello ca se vede nun se crede, nun se crede” e “chello ca nun se fa, nun se sa”, il miracolo è avvenuto.
In Sirene, signore e signorine si raccontano storie di donne nate a Napoli o vissute in città.
Artiste, sante, regine, donne colte o del popolo, con alcuni tratti in comune con le donne che le interpretano.

Il format
Ideato e curato da Marina Rippa per f.pl. femminile plurale, lo spettacolo è diviso in dialoghi e piccoli monologhi recitati e cantati, in ognuno dei quali ascoltiamo la storia della protagonista. Il tempo è totalmente abbandonato; l’eroina del 1600 racconta le sue gesta alla nobile del 1400 e così via, in un susseguirsi di flashback e flashforward di notevole impatto scenico.
L’ideatrice ci racconta di come lei abbia presentato alle sue attrici in erba 100 storie di 100 donne importanti per la città e di come ognuna di loro, dopo averle lette, abbia autonomamente scelto il personaggio da interpretare.
Un piccolo “miracolo” che ha fatto sì che ognuna delle eroine avesse in sé una caratteristica del carattere di chi l’ha voluta portare in scena. In questo modo, sebbene non ci trovassimo di fronte a vere attrici, la performance è andata avanti in modo fluido e consapevole, regalando al pubblico risate e riflessioni, facendo conoscere chi di loro ha vissuto sempre all’ombra del proprio uomo (re o rivoluzionario che fosse).

Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna, ma dietro una grande donna chi c’è?
Questo si domanda una delle protagoniste e da questa domanda si parte per onorare la donna, troppo spesso protagonista di atti di crudeltà, meno spesso protagonista della propria vita e per essa ricordata.
La performance ha debuttato al Napoli Teatro Festival Italia 2019 nella sezione “Progetti Speciali” ed è stata presentata in vari luoghi e occasioni.
Le figure femminili rappresentate hanno fatto di Partenope la loro patria di elezione e sono immaginate di passaggio nei locali della biblioteca di Forcella.
Lo spazio comunale è dedicato a Annalisa Durante.
A lei è stato impedito di diventare donna. Oggi avrebbe 33 anni e sarebbe sicuramente una delle attrici in scena anche con il corpo e non soltanto con lo spirito.