Alta Velocità in Cilento tra rumorosi silenzi e cieca obbedienza
Sapessi com’è strano, ritrovarsi
abbandonati, come un cilentano…
Senza treni, senza mente,
Senza strade, senza niente…”
Giocando con le parole del testo
della canzone di Memo Remigi, si racconta un’amara verità, quella che scaturisce nel vedere il risveglio dal lungo sonno che ha colpito alcuni politici salernitani.
Hanno latitato per anni sulla questione ferroviaria, che ha visto invece una ventina di Comuni cilentani intraprendere i ricorsi amministrativi al Tar del Lazio, sottoscrivere petizioni ed istanze, contro il costoso ed assurdo progetto di una nuova linea ad AV che escluderebbe il Cilento, facendo un inutile girotondo da Battipaglia, passando per Romagnano a Monte, fino a Praja a Mare.
Un silenzio rumoroso, fatto di cieca obbedienza verso chi ha avallato questa scelta.
Oggi qualcuno parla, lamentandosi per una settimana di disagio, dovuta alla rimozione del treno merci deragliato nella stazione di Centola.
L’Italia scopre solo oggi di essere tagliata in due, proprio per l’ostacolo lungo questa importante infrastruttura, anzi l’unica, che attraversa il nostro territorio.
Chi scrive presiede un Comitato di liberi cittadini, che ha perorato la causa della salvaguardia della Linea Tirrenica, bussando a varie porte nei Ministeri, nelle due Camere del Parlamento italiano, nelle Istituzioni europee a Bruxelles.
Sono stati scritti articoli, libri, organizzati convegni.
Con il sostegno di una buona parte dei cilentani.
Qualcuno ha continuato a stare in silenzio, non capendo che l’episodio dell’odierno blocco ferroviario rappresenta solo l’assaggio di un ipotetico scenario futuro.
Mettendo da parte le vicende del passato, urge una totale ed incondizionata convergenza nel richiedere fondi, progetti ed investimenti per aumentare gli standard di sicurezza e di velocità della Linea Tirrenica, nel solco del nuovo contratto di programma 2022/2026 che prevede tali migliorie e di una interrogazione parlamentare a risposta scritta dell’On. Pierro, dove il Ministro delle Infrastrutture ha dichiarato che tale tratta non verrà declassata.
Tutto il resto sono solo sterili lamentazioni postume, che sanno tanto di una pezza a colori messa in malo modo per cercare di rattoppare il buco della loro assenza nei momenti cruciali in cui sono state fatte scelte a danno del Cilento.
Non si protesta a corrente alternata, a seconda di chi governa e, peggio ancora, solo nelle emergenze.
Un vero politico traccia le sue scelte guardando alle generazioni future, senza limitarsi ai fatti episodici per strumentalizzare eventi e guadagnare una visibilità immeritata.
È tempo di fare richieste concrete per avere risposte certe, mettendoci la faccia ed avendo il coraggio di lavorare insieme, superando le appartenenze politiche.
In nome della difesa di questo splendido territorio, troppo spesso indifeso perchè diviso al proprio interno.
Alta Velocità in Cilento tra rumorosi silenzi e cieca obbedienza