Gentile Direttrice,

la seguo con attenzione e percepisco la sua sensibilità. Le scrivo questa lettera per provare ad alleggerire un peso emotivo che mi devasta.

La vigilia di Natale, quella che doveva essere una serata di famiglia, amore e serenità, si è trasformata in un incubo che ha distrutto ogni certezza della mia vita.

Ho scoperto che mio marito, l’uomo con cui ho condiviso tanti anni di matrimonio, mi tradisce.

Ma il tradimento non è solo una questione di infedeltà: è il segreto devastante di una relazione clandestina con il suo collega di studio, che dura da vent’anni.

Mi sento svuotata, umiliata e disperata.

Non accuso il loro legame, né l’orientamento sessuale di mio marito. Sarebbe ipocrita, e forse crudele, giudicare l’amore in qualsiasi forma si presenti.

Mi distrugge l’inganno, il fatto che abbia scelto di vivere una doppia vita per vent’anni, mentre io lo credevo al mio fianco come un compagno sincero, un pilastro della mia esistenza.

La vigilia di Natale, quella sera così simbolica, è diventata il giorno della mia rovina. Li ho visti. Non entro nei dettagli, ma mentre altri festeggiavano, io crollavo sotto il peso di una verità che non avrei mai immaginato.

Ora mi trovo sola, in un vortice di dolore e dubbi: perché non ha avuto il coraggio di dirmi la verità? Perché ha scelto di trascinarmi in un’esistenza fatta di bugie?

Mi sento tradita due volte: da mio marito, che non ha avuto il coraggio di essere onesto con me, e dalla persona che consideravo un amico di famiglia. Ora, tutto ciò che pensavo di sapere è crollato, e io mi ritrovo a ricostruire i pezzi di me stessa, senza sapere da dove cominciare.

Scrivo questa lettera per invitare tutti a riflettere sull’importanza della sincerità.

L’amore vero non si nasconde dietro le bugie, non calpesta la fiducia di chi si ha accanto. Meritavo rispetto, meritavo la verità.

Adesso mi chiedo cosa resterà di me dopo tutto questo. La disperazione mi sovrasta, ma devo trovare la forza di andare avanti. Merito anch’io un amore che non sia un’ombra, ma una luce?

 

Cara lettrice,

la sua lettera racconta dolore e smarrimento.

Scoprire la notte di Natale un tradimento lungo vent’anni è un colpo durissimo, capace di scuotere non solo una relazione, ma anche l’intera percezione di sé e della propria vita. La sua sofferenza è comprensibile e legittima, e voglio dirle che non è sola in questo momento.

Ora bisogna ritrovare un po’ di serenità.

Forse il primo passo é concedersi il tempo di elaborare il dolore. Non si senta in dovere di perdonare o di reagire.

Pianga, sfoghi la sua rabbia, e non tema di mostrarsi vulnerabile. Parli con qualcuno di fiducia, che sia un amico, un familiare o un professionista. Condividere il peso delle emozioni le permetterà di sentirsi meno sola e di vedere con maggiore chiarezza la strada da percorrere.

Soprattutto, non si colpevolizzi. È naturale chiedersi se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, ma il tradimento non è mai colpa di chi lo subisce. È una scelta di chi ha mentito, e non definisce il suo valore come moglie o come donna. E’ il momento di concentrarsi su di sé, di dedicarsi a ciò che ama e di prendersi cura del proprio benessere. Riparta da se stessa.

Quando sarà pronta, potrà riflettere su cosa desidera davvero. La chiarezza arriverà con il tempo, e qualsiasi scelta farà sarà quella giusta. Suoi compagni di viaggio siano la sincerità e il rispetto.

Ora tutto é buio, ma il dolore, anche quello profondo ha un inizio e una fine.  Ha fatto bene a scriverne.

Ogni giorno porterà nuova luce e il passato, lentamente, diventerà solo un brutto ricordo. 

Presto troverà una nuova consapevolezza di sé e la serenità.

Perché co tradiscono? Perché dicono bugie? Non spetta a noi trovare risposte. Abbiamo solo il compito di allontanarci.

Buona guarigione.

Ornella Trotta 

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di admin

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