Mercoledì 7 maggio, nella splendida cornice della Chiesa di San Nicola de Schola Graeca a Eboli, si è svolta la partecipatissima presentazione del libro Le quattro giornate di Eboli del maggio ’74. Cronaca e storia di una rivolta di Giovanni Tarantino, edito da Il Saggio. Un evento carico di significato, promosso dal Centro Culturale Studi Storici con la collaborazione del Comune di Eboli e della CGIL SPI Salerno.

Fin dall’ingresso, si è capito che sarebbe stata una serata fuori dall’ordinario: ogni sedia occupata, nessuno spazio vuoto, un silenzio attento e partecipe ha accompagnato gli interventi dei relatori. A prendere la parola per i saluti istituzionali sono stati il sindaco Mario Conte e l’assessore alla cultura Lucilla Polito.

La moderazione è stata affidata alla giornalista Ornella Trotta, direttore di questa testata (Il Bello).

Il dibattito ha visto gli interventi lucidi e appassionati di Giuseppe Barra (direttore de “Il Saggio”), del giornalista Antonio Manzo, dell’ex sindaco di Eboli Gerardo Rosania e di Ornella Milano, segretaria provinciale SPI CGIL Salerno. Tutti hanno saputo raccontare con profondità non solo i fatti del maggio 1974, ma anche la ferita collettiva che quelle giornate hanno lasciato in eredità alla comunità.

Al centro della serata, infatti, non c’è stata una celebrazione, ma un atto di memoria consapevole. Come è stato ribadito più volte, quella del maggio ’74 fu una sconfitta della città, un momento in cui il popolo ebolitano, pur alzando la voce contro una condizione di disagio e marginalità, non riuscì a ottenere ascolto.

Ma oggi, proprio grazie alla ricostruzione documentata e appassionata di Giovanni Tarantino, quella ferita può finalmente essere narrata, compresa e condivisa.

Particolarmente entusiasta ed emozionato l’autore, Giovanni Tarantino, che ha ringraziato il pubblico per la straordinaria partecipazione e ha sottolineato l’importanza di restituire voce ai protagonisti dimenticati di una storia collettiva.

L’evento ha rappresentato non solo un’occasione di ricordo, ma anche un’importante lezione di cittadinanza. In un tempo in cui la memoria rischia di dissolversi nell’indifferenza, Eboli ha saputo dimostrare che esiste ancora uno spazio per l’ascolto, la riflessione e il coraggio della verità. Una serata in cui la cultura ha fatto davvero il suo mestiere: riportare al centro la coscienza di una comunità.

Credits Vito Pindozzi

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di admin

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