Eboli. “Blancòn- una fiaba comunista” è il titolo del romanzo con il quale lo scrittore e docente Manuel Miranda ha ottenuto il primo posto nel Contest Letterario Nazionale “Giovanni Brancati” il 12 Ottobre 2024.

Araba Fenice

Giovane pittore e militante del PCF, Armid Blancòn è ad oggi un uomo disilluso nei confronti della vita e dell’ umanità, un uomo  che ha rinunciato ai suoi sogni scegliendo un lavoro sicuro e ben retribuito per amore della famiglia. Arresosi ad una vita da “topo” della biblioteca, della quale è responsabile (la Shakespare&Co.), l’ uomo vive in un mondo completamente diverso dal suo giovane alter-ego forgiato dai moti parigini del ’68, dal romanticismo impressionista e dalle notti brave a Le Chat Noir di Montmartre. Eppure, questo mondo urla al cambiamento: La morte del giovane Nahel e le conseguenti scene di guerriglia in Francia, le guerre in Ucraina e Palestina, il nuovo assetto politico nella vicina Italia dopo la morte di Berlusconi.

Un viaggio nelle meraviglie parigine

Questo nuovo mondo si palesa difronte al libraio attraverso la lente dei suoi stanchi occhi e attraverso quelli del giovane assistente, Francois. Così diverso da Armid nel suo sentirsi cittadino del mondo e nel suo totale disinteresse verso la politica ed i suoi insensati ideali, il giovane Francois è motivo di preoccupazione per il suo burbero capo. Una preoccupazione che, come vedremo, nasconde ben più di un’ banale scontro generazionale, ma… da qui in poi lascio a voi scoprirlo.

Blancòn è un viaggio all’ interno delle meraviglie della capitale francese e nella vita di un uomo che non cerca il riscatto sociale, ma una seconda possibilità. Una rinascita. Libero dai fantasmi del passato.

 

Una fiaba comunista

Per coloro che si fermassero alla copertina, “Una fiaba comunista”  potrebbe rappresentare l’ unica e sola anima del romanzo. Quello che si trova all’ interno di esso è in realtà una lotta che si svolge nella mente del protagonista tra un anima ribelle e appassionata ed un’ anima spenta e conformista, che giudica la prima come indegna ed egoista.

Una crescente e continua consapevolezza di se scandisce il ritmo del racconto. Dalle prime pagine caratterizzate da un andamento compassato e da immagini fumose, ai capitoli finali dove gli eventi si susseguono rapidi e le figure indistinte nella libreria iniziano ad avere un volto ed un’ anima. Il cimitero, dove chi non è più in vita sopravvive nei ricordi e nel cuore di chi li ama, diviene per Armid il luogo in cui seppellire il personaggio che ha interpretato per  troppi anni.

Proprio il ritorno al cimitero, rappresenta il punto di svolta del romanzo.

Eventi reali come l’ omicidio di Nahel e l’ incendio alla Paris American Accademy, divengono la rappresentazione esteriore del conflitto che Blancòn vive dentro di se. Lotta, resistenza, tenacia, sono parole ricorrenti nel romanzo. Come una litania  si fanno strada nell’ animo dell’ uomo, come se il mondo stesso gli chiedesse di svegliarsi.

Considerazioni finali

La storia, pur mantenendo una sua coerenza narrativa ed un suo continuum spazio-tempo ben delineato, ha un ritmo cadenzato ed una trama avvincente. I rapidi cambi di luoghi, situazioni, persone e le rivelazioni che vengono fatte mano a mano che Armid e gli altri personaggi vanno delineandosi, difficilmente potranno annoiare anche il lettore meno avvezzo.

Dimensione fiabesca

Vi è un uso della lingua accorto e preciso. Le descrizioni dei luoghi della Ville Lumière e degli eventi risultano concise eppure impattanti, capaci di farti entrare nell’ anima di questa città. L’ autore riesce, grazie anche alle splendide illustrazioni di Francesco Flavio, a farti sentire i suoi odori e ammirare la bellezza dei suoi colori, senza trasformare il tutto in un mero tour guidato della città. Anzi, il tutto assume una dimensione fiabesca e romantica. Mi ha fatto sentire davvero a Parigi.

La nota

Unica nota critica, che un po’ stona con la mia ultima affermazione: L’ Italia. In un paio di occasioni all’ interno dell’ opera trovano spazio, soprattutto nei dialoghi tra Armid e i compagni Jean e Fernand, riferimenti alla politica e alla società italiane. E’ ovvio l’ intento dell’ autore di creare un’ empatia tra le paure, le speranze, l’ ansia per il futuro provate dai tre amici e quelle del lettore. Eppure non ho potuto non notare come Armid, Jean e Fernand sembrassero più interessati alla politica del nostro paese che non a quella francese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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di Angelo Andriuolo

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