Eboli – Roberto Tottoli, magnifico rettore dell’Università Orientale di Napoli, l’intero senato accademico e una nutrita delegazione di dipendenti dell’ateneo sono stati stamattina ad Eboli alla tradizionale visita dei terreni dell’Orientale in località Santa Cecilia.
Tre gli alberi da frutto piantati: un melograno, simbolo di prosperità e due albicocchi.
Il melograno è stato “battezzato” col nome del Rettore Roberto Tottoli.
Gli albicocchi sono stati dedicati al sindaco Mario Conte e al pro rettore Rosario Sommella.
“Qui abbiamo quasi cinquecento ettari, la nostra intenzione é consolidare la presenza e, soprattutto, avviare progetti culturali e di recupero dei beni.
La sede principale e gli altri edifici vanno rimessi a nuovo.
Contestualmente avremo una maggiore presenza qui.
Il recupero sarà finalizzato ad una serie di collaborazioni sul territorio.
Abbiamo già iniziato, ad esempio con la Coldiretti pensiamo di fare corsi di lingua arabo-inglese data la necessità dei mercati.
Con il Comune stiamo pensando a corsi di italiano seconda lingua per i lavoratori di origine straniera”.
“Avverrà sicuramente lungo due grosse direttrici.
La prima é quella archeologica, con Paestum potremmo fare anche una scuola di perfezionamento.
Poi abbiamo delle interlocuzioni con Agraria della Federico II. Con il loro laboratorio di ricerca e il nostro livello di internazionalizzazione si può fare qualche progetto che coniughi sostenibilità, culture tradizionali e possibilità di fare ricerca”.
“Sicuramente. Penso che questo sia un territorio unico e abbiamo la fortuna di avere dei terreni e una presenza storica.
Non possiamo non attenerci alla nostra vocazione e stiamo pensando anche a strumenti di presenza come una fondazione o ad altro. Vogliamo rendere tutto agile e veloce in modo da procedere quanto prima.
L’ateneo anche dal punto di vista finanziario é in ottime condizioni e può sostenere tutto.
Assolutamente. A adesso é mia intenzione portare qui docenti e dipendenti. Si devono rendere conto tutti di che tipo di bene é.
La prossima volta verranno sicuramente tutti i docenti della nostra cattedra di storia dell’arte per una prima valutazione, poi, insieme ad Architettura si lavorerà a progetti di recupero.
Al di là dal mettere in funzione per finalità varie questo edificio fantastico in una zona fantastica, va fatto il recupero artistico e storico della chiesetta di Santa Cecilia da cui deriva il nome di tutta l’area”.
Sembra un po’ un delitto pensare di lasciarla così”.
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