Chi solo, chi a coppie, chi a gruppi, tutti in cammino per più di un motivo.
Si va verso Santiago a piedi. Il sole è invocato per asciugarsi dopo la pioggia. Si sa abril las aguas mil, recita un proverbio spagnolo.
Dieci giorni nella regione più a ovest della penisola iberica: la Galizia.
Chiacchiere, canti, preghiere, incontri. Una comunità in cammino.
Incontriamo australiani, spagnoli, portoghesi, cileni, asiatici, francesi, venezuelani, statunitensi, perfino una ragazza dell’Alaska che recupera la mia felpa smarrita.
Torrone di Alicante, con nocciole e miele, e la concha, la conchiglia simbolo del Cammino, suggellano la nostra amicizia.
Sono Los Tunos, studenti della facoltà di diritto, che cantano e ballano la sera nella piazza principale della Cattedrale. Una piazza per ogni entrata. Immensa.
Siamo cresciuti, in parte cambiati, ci siamo adattati. La voglia di sentirsi liberi perchè
A centinaia si trovano sulla spiaggia più grande di Fisterra (in gallego).
Lì è il Km.0, lì si posa una pietra alla croce, lì si brucia un indumento usato durante i Cammino, lì ci si purifica recuperando una conchiglia.
E la Compostela? E’ l’attestato che viene consegnato a Santiago a chi ha camminato per più di 100 Km. 127 Km in sei giorni. Ne abbiamo diritto.
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