Il labirinto della nutrizione moderna 

Il mondo della nutrizione è in continua evoluzione e, pertanto, propone sempre più tipologie dietetiche e approcci alimentari.

Si corre il rischio di confondere le idee a chi vorrebbe nutrirsi adeguatamente senza affidarsi necessariamente alle direttive di uno specialista del settore.

Se al frenetico susseguirsi di nuovi modelli nutrizionali si aggiunge la travolgente pubblicità e la convincente testimonianza degli influencers del momento, ecco che il panorama alimentare diventa un labirinto pericoloso.

Il malcapitato di turno  resta intrappolato nei luoghi comuni e nei falsi miti della nutrizione.

Quanti errori e quanti orrori!

Di esempi tristi ce ne sono molteplici.

La ragazza colitica che consuma cibi integrali e verdura in quantità con la convinzione che facciano sempre e comunque bene all’intestino.

In realtà aggrava il processo infiammatorio intestinale.

Il fanatico del fitness che consuma beveroni proteici per poi lamentarsi dell’addome perennemente gonfio che ruba la scena ai muscoli in tiro.

L’elenco delle storture e delle forzature alimentari è lunghissimo.

Non mancano i vegani improvvisati con conseguenti deficit vitaminici oppure i convinti consumatori dei succhi di frutta industriali.

Credono, erroneamente, di assumere in tal modo sali minerali e vitamine trascurando, però, l’apporto esagerato di zuccheri semplici.

 

 

Qual è la soluzione?

Purtroppo, non esiste un vero e proprio “manuale della corretta alimentazione”.

Esistono dei principi basilari a cui appellarsi per tentare di uscire illesi da questo insidioso labirinto della cattiva nutrizione e, soprattutto, della cattiva informazione.

 

Il primo dei principi è sicuramente la “non classificazione” degli alimenti, secondo cui nessun alimento merita di essere demonizzato o beatificato.

Il bello dell’alimentazione, infatti, è che non esiste un alimento che faccia sempre bene o sempre male.

Persino le bibite zuccherate, normalmente e giustamente escluse da ogni alimentazione che si rispetti, possono tornare utili in alcuni casi.

Servono ad esempio per ripristinare il giusto valore della glicemia nei diabetici affetti da improvviso calo di zuccheri.

Oppure la mela, protagonista del celebre proverbio “una mela al giorno leva il medico di torno”, potrebbe dimostrarsi una pessima scelta per soggetti allergici al polline di betulla.

Pessima alleata anche per chi è affetto da SIBO (una delle patologie infiammatorie intestinali più diffuse).

 

 

 

Il secondo principio è quello della “personalizzazione”.

La dieta va personalizzata e contestualizzata alle esigenze nutrizionali, allo stile di vita, all’attività lavorativa, allo stato di salute corrente e, addirittura, al periodo dell’anno.

 

 

 

 

E, infine, il principio del “tempo”, o più correttamente della “pazienza”.

Nessun approccio alimentare (dieta mediterranea, chetogenica, paleolitica, vegana etc…) offrirà risultati immediati e duraturi, sia che si tratti di perdere o guadagnare peso che di curare, magari in sintonia con un piano terapeutico, i sintomi di uno stato patologico.

Nell’alimentazione, come nella vita, occorrono costanza ed impegno!

E’ ovvio che consultare un nutrizionista o un dietologo resta la scelta più facile e sicura ma, iniziando con il rispettare questi tre principi fondamentali, si è già sulla retta via per intraprendere il giusto percorso alimentare.

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di Giuseppe Abate

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