Care lettrici, cari lettori,

che cosa possiamo augurarci per questo 2023?

Noi siamo “Il Bello” e se non si corresse il rischio di scivolare nell’autocelbrazione potremmo limitarci ad augurarci il bello in tutte le sue espressioni.

Raccontiamo il bello della moda, dell’arte, dalla cultura, delle persone prima che dei personaggi, il bello dei progetti e dei sogni da realizzare.

Dopo la pandemia e mentre la guerra imperversa auguriamoci di allontanare da noi la solitudine esistenziale.

Riprendiamo a stare vicino, non solo fisicamente, non solo nei proclami sui social alla ricerca di un like in più, non solo a chiacchiere.

Di nuovo tutti insieme appassionatamente?

Certo le notizie che vengono dalla Cina non confortano gli anziani e i fragili, ma esistono tanti modi per stare vicino.

I miei amici di un tempo, quelli delle notti al bar o in cornetteria dal Pittore ad Agropoli, quelli della quindicina alla Madonna d’Avigliano, hanno ripreso a frequentarsi sia in chat che in presenza.

E’ accaduto che una mattina Angela e Gianluca, per vincere la solitudine e i pesi della vita, hanno creato un gruppo whattsapp dal nome altisonante.

Il gruppo si chiama “Reunion letterati”.

Il nome ambizioso non inganni il lettore,  nel  gruppo non ci sono né lettere né cartoline, ma tanti post, foto, audio e video che esprimono il desiderio forte di stare insieme.

C’é il poliziotto che  di notte “vigila sulla nostra sicurezza”, il dentista al lavoro, i docenti in vacanza natalizia.

Tanti anni dopo si sente forte il bisogno di ritrovarsi.

I lunghi anni di distanza soccombono  di fronte la desiderio di ritrovarsi con la spensieratezza degli anni che furono.

E fioccano gli inviti a tutte le ore: ogni giorno al bar, alle ore 7.45 per fare colazione insieme prima di andare a lavoro, oppure in pizzeria, al pub, o anche solo per un caffè a volo.

Tutti insieme come una volta.

Ritrovarci: é questo l’augurio per il 2023.

Premierei Angela e Gianluca perché,  proprio mentre il denaro e l’immagine sono misura del tutto, ripartono dall’amicizia.

Nel deserto emotivo dei nostri tempi, popolato da gravi forme di narcisismi e di competizioni – il  più ricco, il più bello, il più colto, il più elegante, il più…, il più… – é importante ripartire dalla sottrazione per elevare lo sguardo al cielo e vivere più felici.

Gli auguri belli evocano tempo e cuori sinceri.

Controcorrente perché ci muoviamo dentro la complessità distruttiva che pone al centro l’effimero.

E passiamo indifferenti accanto a chi soffre per la crisi economica, a chi non ha garanzie, a chi dorme sui cartoni, ai giovani alla ricerca della propria identità, alle vittime, agli ultimi.

E rischiamo di assuefarci anche alla guerra.

Forza e coraggio allora, riprendiamo a dialogare animati dai buoni sentimenti.

Nella mia città c’é un parroco al servizio degli ultimi e con lui tanti bravi volontari.

Si chiama don Carlo Magna e ha contagiato con il suo credo agito, non solo professato, tante brave persone.

Impariamo da loro.

E’ questo l’augurio più bello che vi rivolgo.

 

 

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di Ornella Trotta

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