Villa Arconati – Parterre restaurato

BOLLATE (MI). È la più maestosa tra le ville di delizia milanesi e la location ideale per eventi e concerti. I Maneskin l’hanno anche scelta come set per uno dei loro videoclip, ma sono tante le celebrità che hanno attraversato, nei secoli, le sue sale e i suoi giardini. Siete pronti ad ammirare tutto il bello di Villa Arconati?

 

Sala Galliari

 

Le petit Versailles

 

Villa Arconati o “Castellazzo” è tra le più importanti ville di delizia delle famiglie aristocratiche milanesi edificate nel XVII e XVIII secolo

La sua facciata, recentemente restaurata e riportata agli antichi toni cromatici, e i suoi giardini la rendono unica e indimenticabile al visitatore.

«Siamo molto contenti di quanto è stato fatto e la Villa sta per ritornare alla sua vita vibrante per ogni tipo d’interesse ed ogni età» dichiara la responsabile alla cultura e alla comunicazione, Sonia Corain.

Potrebbe sembrare peccato di superbia il paragone con Versailles, ma le sue siepi, le sue prospettive a cannocchiale, le sue fontane e i suoi giardini non deluderanno. La villa, appartenuta prima agli Arconati, poi ai Busca e ai Crivelli, è ora patrimonio della Fondazione Augusto Ranciglio.

 

Facciata ovest

 

Dott.ssa Corain, la Fondazione ha riportato agli antichi splendori le petit Versailles alle porte di Milano. Quali sono gli altri suoi obiettivi?

 

«Arte, scienza e cultura sono i macro temi che rispondono all’appello lanciato dall’ONU per un impegno collettivo. Le iniziative includono incontri, conferenze, dialoghi, attività, spettacoli musicali e teatrali in collaborazione con l’Università di Milano. Rispettiamo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».

 

Noto il suo interesse per il dettaglio storico, per l’autrefois , può raccontarci quale è stato il suo percorso per approdare alla Villa di Delizia degli Arconati e poi dei Busca e dei Crivelli?

 

«Ho incominciato come guida volontaria per le aperture straordinarie della Villa nel 2010. Già allora non mi accontentavo delle informazioni ricevute dal corso di formazione. Mi è sempre piaciuto approfondire la storia di Galeazzo Arconati, il fondatore, colui che ha dato l’impianto attuale alla Villa, il collezionista di antichità romane, tra cui la nostra “mascotte”, il Pompeo Magno».

 

Sonia Corain

 

In seguito, dopo il volontariato?

 

«Ho lavorato a Milano fino al 2012 nel settore comunicazione di una fondazione che poi ha chiuso e sono arrivata qui, a Villa Arconati, proprio mentre le attività culturali della fondazione Ranciglio stavano iniziando. Al momento giusto».

 

Che cosa suggerirebbe ad un/una giovane laureato/a in Scienze dei Beni culturali che volesse intraprendere una simile carriera?

 

«Di non spaventarsi davanti alla “gavetta” e di perseguire il proprio sogno. Fin da piccola io desideravo entrare in queste stanze che vedevo sempre chiuse, perché la villa era in stato di abbandono. Mi dicevo “Da grande io ci entrerò” e così è stato».

 

La primavera a Villa Arconati

 

Dott.ssa Corain, quanto sarà accattivante il programma 2022?

 

«Apriamo domenica 3 aprile ed è tutto un fermento perché accanto agli appuntamenti culturali e artistici riprenderemo le visite guidate in costume, l’appuntamento “Birra in villa”del venerdì con la birra artigianale del Birrificio Follia Pura e l’ottimo cibo di accompagnamento. Ci saranno due speciali week-end di “Birra in festa” nel Teatro dell’Ortaglia con la nostra ottima birra artigianale e street-food».

 

Qual è il primo appuntamento culturale artistico di aprile?

 

«Il primo appuntamento s’intitola “Città e comunità sostenibili” con letture di testi tratti dalle opere di Pier Paolo Pasolini, Italo calvino e Jorge Luis Borges. Vi sarà anche la mostra di Angela Lyn artista anglo-cinese “Sul filo del tempo”».

 

Ritorniamo alla rievocazione storica, alle visite guidate in costume. So che Lei stessa interpreta la Contessa Luisa Sormani Busca, padrona di casa di fine Ottocento

 

«Sì, l’abito della nobildonna è stato cucito su misura per me. Io amo “interpretare” la vita della Villa nel passato, così come anche i miei colleghi che impersonano la servitù e la contessa Francesca Mandelli, moglie di Giuseppe Antonio Arconati nonché padrona di casa nel momento di massimo splendore della nostra Piccola Versailles».

 

Appassionati di teatro?

 

Il teatro, elemento indispensabile nei giardini di delizia è uno dei tesori della villa. Il Teatro di Diana si allontana e si avvicina come nella visione di un cannocchiale, fin dall’accesso principale al Palazzo, dal viale dei Leoni. A Nord, all’ingresso dalla parte del borgo, lo si intravede custodito dalle statue di due cinghiali, di cui Diana è protettrice.

 

Diana

 

Giuseppe Maria, pronipote di Galeazzo Arconati il fondatore della Villa nel 1610, ospitò molti commediografi, tra cui il celebre Carlo Goldoni.

Molte altre celebrità pernottarono lungo i secoli a Villa Arconati. Ugo Foscolo, innamorato perdutamente della contessina Fagnani Arese, passò di qui?

Sicuramente i fratelli Galliari, pittori scenografi del Teatro alla Scala di Milano, lasciarono indelebile la loro impronta nell’affresco capolavoro che possiamo ammirare nella Sala del Fetonte al piano nobile, a destra dello scalone d’onore.

 

Appassionati di musica?

 

Nel 2018 il celeberrimo gruppo rock dei Maneskin girò il video della canzone “Torno a casa” nelle sale di Villa Arconati, ma quale scenografia migliore del parterre offerto dai giardini della villa per l’esibizione di star nazionali ed internazionali? Fin dal 1989 artisti come Vinicio Capossela, Fiorella Mannoia, i Baustelle…arricchiscono il cartellone delle offerte musicali e culturali del Festival di Villa Arconati. Ma quali saranno le novità previste per la trentaquattresima edizione del festival?

 

«Le iniziative che lo scorso anno hanno riscosso successo saranno riproposte. Tuttavia gli orari non saranno solo quelli del tramonto. Ci sarà un’attenzione particolare al pubblico giovane».

Appassionati di tesori?

 

Non possiamo lasciare Villa Arconati senza avere ammirato Lui, il tesoro per eccellenza, il Pompeo Magno.

 

«In realtà – ci spiega la direttrice – non si tratta di Pompeo, ma di un Tiberio che con i suoi tre metri di altezza è sempre stato qui. Una scultura in marmo colossale che ha assistito alla spoliazione degli arredi nella seconda metà del Novecento e ora sorveglia la rinascita della Villa».

 

 

Tiberio restaurato
Appassionati del buon vivere?

 

La Sala Rossa, oggi a servizio per pranzi, cene, eventi con catering esterni, si apre sulla prospettiva sud da cui vi era l’antico accesso a cavallo. La contessina Busca aveva l’abitudine d’inoltrarsi nella tenuta popolata di cervi e di ritornare alla villa attraverso questo ingresso. Carrozze e scuderie si trovano nell’ala nord del Palazzo.

 

Ma la vera protagonista della gioia du bon vivre è l’acqua usata per intrattenere i nobili con incantevoli giochi ed anche indispensabile per alimentare la vegetazione del parco. Vicino alla limonaia, a lato della fontana del Delfino, ancor oggi in uso, vi è la Torre dell’acqua, un’opera d’ingegneria idraulica all’avanguardia, che Galeazzo Arconati aveva ripreso dagli studi di Leonardo da Vinci.

 

E se giardini, labirinti, fontane, musica, affreschi, arte e prelibatezze gastronomiche non sono stati ancora sufficienti ad inebriare i vostri sensi, il Caffè Goldoni con i suoi salottini fornirà il giusto riposo alla sindrome di Stendhal che vi avrà lasciati sbigottiti nel vero senso della parola. Desiderosi per questo di non lasciare più questo sito senza tempo.

 

«Ogni giorno qui è una sorpresa e una scoperta – conclude Corain – per me Villa Arconati è “casa”. È il posto più bello al mondo. Questo luogo è molto più di un semplice posto di lavoro, potrei quasi dire che è una “missione di vita”».

 

 

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di Barbara Avanzini

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