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Cosa c’è di meglio di un saluto al sole per accogliere l’estate? Meglio ancora se praticato all’alba e in riva al mare.

Il 21 giugno ricorre la Giornata mondiale dello Yoga, un appuntamento imperdibile per milioni di yogi ed appassionati, che si riuniscono per celebrare questa disciplina millenaria. Il saluto al sole è, appunto, una delle pratiche più diffuse.

 

Perché una Giornata Mondiale dello Yoga?

 

A richiedere l’istituzione di una Giornata Internazionale dello Yoga, nel 2014, fu il Primo ministro indiano, Narendra Modi, con la seguente motivazione: «Lo yoga significa unità di mente e corpo; pensiero e azione; dominio di sé e autorealizzazione; armonia tra uomo e natura; un approccio olistico tra salute e benessere».

 

 

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Perché il 21 giugno?

 

Daniela Colucci, insegnante di yoga e meditazione, ci spiega: «Secondo la mitologia indiana il 21 giugno è il giorno in cui Shiva, primo yogi e primo guru, tramandò la scienza dello yoga ai suoi allievi. Come ci insegnano i “veda”, antiche scritture indiane, inoltre, il sole e la luce sono simboli di immortalità, quindi celebrarli porta prosperità sia al corpo che alla mente. Non è un caso che questa data coincida proprio con il solstizio d’estate, il giorno dell’anno in cui ci sono più ore di luce».

 

 

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Sport, stile di vita, meditazione…tra i non esperti c’è tanta confusione in merito. Cos’è realmente lo yoga?

 

«Lo yoga è una disciplina antichissima che permette di raggiungere equilibrio e armonia tra corpo e mente. Non è solo una pratica fisica, come potrebbero far pensare alcune immagini sui social, né solo meditazione, ma soprattutto non è una religione. Si tratta di un vero e proprio percorso, che accompagna l’individuo nella sua crescita personale da un punto di vista fisico, mentale, energetico, comportamentale, emotivo. Esistono otto rami dello yoga, tutti ugualmente importanti, di cui gli asana (le posizioni) e la meditazione sono soltanto due aspetti».

 

 

Come si sviluppa un percorso di yoga?

 

«Il percorso di uno yogi parte da alcune regole comportamentali: gli yama e i niyama, che sono le astinenze e le osservanze. Tra gli yama ci sono, ad esempio, l’ahimsa che è la “non violenza”, e l’asteya che vuole dire “non rubare”, mentre tra i niyama figurano tapas, cioè l’autodisciplina, e svadhyaya, ovvero lo studio e la conoscenza di sé.

Attenersi a queste regole già significa fare yoga. Gli asana e la meditazione sono due passaggi successivi».

 

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Cos’è la meditazione?

 

«La meditazione è l’osservazione di quello che c’è dentro di noi per capire l’essenza della vita umana, il collegamento con l’universo. È nella fase di meditazione che si raggiungono nuove consapevolezze, si realizza che non siamo solo corpo, ma abbiamo anche una parte spirituale ed energetica. Si lavora ad un altro livello, ad un altro piano».

 

Perché si lavora anche con il corpo, con gli asana?

 

«Spesso dolori di natura fisica possono derivare da una particolare situazione di stress emotivo. La pratica degli asana serve proprio a liberare il corpo dalle somatizzazioni, dalla sofferenza, dal dolore. Ci aiuta ad accettare e a superare i nostri limiti fisici e a fare in modo che il corpo non sia più percepito come un ostacolo. Gli asana, inoltre, sono funzionali alla meditazione in quanto aiutano ad acquisire un corpo più flessibile, più tonico, e dunque capace di rimanere nella posizione di meditazione più a lungo possibile».

 

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Ad oggi sono tanti gli stili di yoga praticati. Come scegliere quello giusto?

 

«La scelta dipende dalle esigenze personali. Ad esempio lo Iyengar e l’Hatha si concentrano molto sull’allineamento e sulla corretta esecuzione delle posizioni. Il Vinyasa è, invece, uno stile più dinamico, dove si fluisce continuamente e si dà meno importanza all’allineamento e più al movimento, il Power è ancora più intenso e serve per riscaldare il corpo».

 

Chi può praticare lo yoga?

 

«Tutti, anzi è consigliabile praticarlo a tutte le età. Non esistono particolari controindicazioni, ma è chiaro che se l’allievo presenta delle problematiche deve farlo presente all’insegnante, che eviterà di fargli eseguire determinate posizioni. Ecco perché è importante affidarsi sempre ad un insegnante yoga certificato».

 

 

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Dunque, perché iniziare un percorso di yoga?

 

«Per gli innumerevoli benefici che apporta alla mente e al corpo. Lo yoga è in grado di migliorare la postura e risolvere problematiche come il mal di schiena e la cervicalgia da stress. Praticare yoga aiuta ad alleviare la tensione muscolare e a rilassare il sistema nervoso: è una pratica completa, che coinvolge sempre l’aspetto fisico, la meditazione e la respirazione. Durante un percorso di yoga si possono notare miglioramenti nell’equilibrio, nella concentrazione, nell’autostima, nella fiducia in sé stessi. Si impara a gestire l’ansia e ad ascoltare le proprie emozioni».

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di Mariana Cavallone

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