Credits Eboli nella storia

di Oreste Mottola

 

Il re e la baronessa

Partiamo da una fotografia famosa, uno scatto di Luigi Gallotta, è il 1940 e si vede il principe Umberto I di Savoia mentre esce dal Gran Caffè Principe di Piemonte di Girolamo Ginetti, palazzo Muscariello.

Nella stessa serata, organizzata dalla Pro Loco di Eboli,è il solitamente compassato e serioso studioso di storia locale (soprattutto di antiche foto) Vito Pindozzi a proporre una suggestione che lui stesso retrocede a “pettegolezzo”.

Il futuro “Re di maggio” ad Eboli è un amico stretto della potente famiglia Romano.

La famiglia Romano, tra le più note ed antiche di Eboli, prese parte attiva alla vita religiosa e politica della città: dodici componenti di tale ceppo chiesero di farsi sacerdoti, quattro furono sindaci di Eboli, altri due furono notai; tra i vari membri si distinguono Giuseppe Romano, per la sua attività di scrittore ed Antonio Romano, che fu archeologo e scrittore.

 

La ricchezza di tale famiglia è testimoniata dal possesso della chiesetta di Sant’Anna a Portadogana, accanto al proprio palazzo, di una cappella nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, e di una propria sepoltura nella chiesa di San Francesco d’Assisi, in Eboli.

 

I Romano strinsero legami con varie famiglie nobili ebolitane.

In particolare va segnalato Domenico Romano che fu u ministro dei lavori pubblici dal 27 luglio 1943 all’11 febbraio 1944sotto il Governo Badoglio. Fu anche senatore della I, II e III legislatura della Repubblica, restando in carica dal 1948 al 1963.

Qui termina la parte ufficiale ed inizia il “romanzo rosa”.

Il Re è colpito dalla bellezza della baronessa Felicita La Francesca moglie del barone Furio Camillo Romano Avezzana, già proprietario del Castello di Eboli.

Il Re in zona ha anche due altri “piede a terre”, uno nella tenuta Porta di Ferro, a Battipaglia, di proprietà dei Pastore, e poi può usufruire della vasta tenuta di Persano, che nella memoria popolare della nostra zona, resterà sempre “la terra del Principessino”.

Mentre a Persano si chiacchiera della passione dell’allora “principe” per certi “tenentini di cavalleria” ad Eboli si va oltre fino ad ipotizzare che sia rimasto molto colpito dalla baronessa Felicita e che la sua passione sia volentieri ricambiata.

Il Re avalla i pettegolezzi con la sua predilezione per i soggiorni tra Battipaglia, Eboli e Persano.

A Eboli della presunta love story vanno molto orgogliosi ed ancora oggi il “racconto”, se non vero e proprio “pettegolezzo” è tramandato ai posteri.

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di admin

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