POLLICA. Durante l’ultimo convegno tenutosi al Museo del Mare di Pioppi (fraz. del Comune di Pollica), evento voluto dal direttore Valerio Calabrese, si è discusso di ambiente, salute e alimentazione.

Protagonista assoluta del simposio: la Dieta Mediterranea e i suoi oramai acclarati effetti positivi sulla nostra salute.

Il 16 novembre 2010, l’UNESCO iscrive la Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità con la seguente motivazione:

 

Un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola.

 

Tra i relatori la Dott.ssa Lydia Palo, medico chirurgo specialista in ginecologia ed ostetricia nonché collaboratrice di questa testata, che ha descritto gli effetti benefici che tale regime alimentare apporta alla salute.

In particolare, l’intervento della Dott.ssa Palo si sofferma sull’importanza che essa ha sulla salute femminile.

 

Parlando della salute femminile, quali sono gli effetti benefici della Dieta Mediterranea?

 

Questo regime alimentare risulta di fondamentale importanza per quanto riguarda la funzione riproduttiva (in questo caso anche maschile), ma anche nel minimizzare il rischio di complicanze in gravidanza nonché in quello di sviluppare tumori al seno, all’ utero e alle ovaie.

 

In quale fase della vita riproduttiva della donna può essere utile seguire le indicazioni della Dieta Mediterranea?

 

Già l’età del menarca può essere influenzata positivamente dalla Dieta Mediterranea.

Con l’assunzione di alimenti a basso indice glicemico, la riduzione dei grassi saturi e di proteine animali, assistiamo a una diminuzione del peso corporeo. Ciò influenza in modo positivo la cronologia della maturazione sessuale.

L’ età del menarca è infatti condizionata dal raggiungimento di un determinato peso corporeo. Una massa grassa di almeno il 17% (peso di 47-48kg) costituisce la soglia di peso minimo in cui compare il primo ciclo. Secondo i percentili di crescita dell’ OMS, una bambina raggiunge tale peso tra i 10 e i 13 anni.

L’ assunzione di alcune categorie di alimenti può portare al sovrappeso, anticipando l’ età del menarca di alcuni anni. Si parla, in questo caso, di menarca precoce.

Anche a causa di inquinanti ambientali che funzionano da disregolatori endocrini, la maturazione sessuale è oggi drammaticamente anticipata. Fino a 3 anni prima rispetto all’auspicabile.

 

In che modo la Dieta Mediterranea può migliorare la fertilità?

 

Un recente studio, condotto da ricercatori australiani conferma che la Dieta Mediterranea può migliorare la fertilità spontanea e aumentare i tassi di successo dei trattamenti di PMA. Contribuendo alla riduzione del peso corporeo e allo stato infiammatorio cronico ad esso correlato, contrasta l’insulinoresistenza responsabile della riduzione del numero di ovulazioni, causa di infertilità.

Inoltre, con lo stesso meccanismo, migliora la qualità degli ovociti, degli embrioni e della qualità dello sperma, di notevole importanza nei programmi di fecondazione assistita.

È dunque uno stato infiammatorio che crea problemi alla fertilità?

 

Assolutamente sì. Per questo la Dieta Mediterranea, con i suoi cibi “antinfiammatori”, ha un effetto benefico.

 

Quali sono i cibi considerati “antinfiammatori” che ritroviamo nella dieta?

 

Frutta e verdura sono ricchi di bioflavonoidi: pigmenti vegetali che aiutano ad arginare l’ azione dei radicali liberi causa dell’infiammazione.

Inoltre, uno studio dell’ Harvard University conferma che il loro consumo previene il rischio di obesità.

L’ olio extravergine di oliva, ricco di grassi sani Omega 9, oltre all’ azione antinfiammatoria, riduce i livelli di trimetilammina metabolita microbico presente negli alimenti di origine animale.

Infine il pesce azzurro, che con i suoi grassi buoni Omega 3 aiuta anch’esso a contrastare gli effetti infiammatori.

 

La frutta nella Dieta Mediterranea

 

Veniamo agli effetti positivi della Dieta Mediterranea in gravidanza.

 

Contiene l’ aumento di peso e riduce il rischio che si sviluppino il diabete gestazionale o l’ipertensione arteriosa.

L’ utilizzo di verdure a foglia larga apporta: acido folico che prevenire le malformazioni del feto, sali minerali che migliorano l’ attività cardiaca e fibre essenziali contro la stitichezza frequente in gravidanza.

La vitamina C, contenuta soprattutto nella frutta, migliora l’ assorbimento del ferro, mentre il pesce azzurro fornisce acidi grassi essenziali per una corretta costruzione dei tessuti nervosi del bambino e per la funzione visiva.

 

Per quanto riguarda la correlazione tra un regime alimentare controllato e la minore insorgenza di alcuni tumori femminili?

 

Le donne che seguono la Dieta Mediterranea avrebbero il 50% in meno di possibilità di ammalarsi di tumore dell’ endometrio, il terzo più frequente nella popolazione femminile. Contrasta, infatti, obesità e diabete, principali fattori di rischio.

L’ azione protettiva è stata segnalata con l’utilizzo delle ‘’crucifere” come broccoli, cavoli, verza. Questi ortaggi sono ricchi di acqua e fibre. Il sulforafano contenutovi ha proprietà antitumorali, antinfiammatorie e antiossidanti.

Per quanto riguarda poi il rischio di insorgenza di tumore all’ovaio, quello più insidioso a livello ginecologico, studi epidemiologici vedono una correlazione tra utilizzo di grassi idrogenati e suo sviluppo.

La Dieta Mediterranea sarebbe poi in grado di ridurre il rischio di tumore alla mammella soprattutto nelle donne in postmenopausa.

Ruolo protettivo avrebbe l’utilizzo di grassi polinsaturi, come l’acido oleico e i polifenoli dell’ olio di oliva. Anche Per questo tumore è stato dimostrato l’effetto protettivo delle crucifere.

 

Gli effetti positivi della Dieta Mediterranea in ambito ginecologico si aggiungono agli altri molteplici effetti che la stessa ha sulla salute in generale.

Ci auguriamo che la scienza continui a migliorare sempre di più la nostra qualità di vita, troppo spesso “violentata” anche da noi stessi, tramite uno stile di vita inadeguato.

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di Marianna Addesso

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