In fila alle mense dei poveri

Chi festeggia il Primo Maggio?

Correva l’anno 1886 quando il primo maggio negli Stati Uniti fu indetto uno sciopero generale per chiedere la riduzione della giornata lavorativa a 8 ore.

Una protesta che durò vari giorni e che culminò a Chicago nel massacro di Haymarket, una vera e propria battaglia in cui morirono undici persone tra agenti e manifestanti. Alla fine divenne legge l’orario di lavoro di 8 ore.

 Una conquista sociale importantissima che segnò un giorno di vera festa per i lavoratori di molti Stati, tra cui l’Italia.

Il Mondo è cambiato molto dalla fine dell’800 ad oggi, grazie alle tante garanzie ed alle tutele per la quasi totalità dei lavoratori.

Occorre però una seria riflessione per capire quali e quanti lavoratori siano esclusi dal novero dei garantiti, a cominciare da coloro che non possono festeggiare la ricorrenza del Primo Maggio.

Non tanto per chi presta la propria funzione nei servizi pubblici essenziali, quali la sanità, l’ordine pubblico, i trasporti, indispensabili per garantire la sicurezza dei cittadini 24 ore al giorno. 

Il bello é che da tempo si rileva una tendenza sempre più marcata che ha portato ad una dilatazione degli orari di lavoro di alcuni operatori, inizialmente riferibili alla grande distribuzione ed ai centri commerciali, fino a contagiare anche i piccoli operatori delle città.

Siamo sicuri che i lavoratori del commercio abbiano le stesse tutele di quelli di altri settori?

Per non parlare del mondo sterminato del precariato di chi deve rincorrere i consumatori a domicilio per assicurare consegne puntuali di ogni genere merceologico ad ogni ora del giorno e della notte, in nome di un progresso tecnologico che vizia e coccola chi vive comodamente  sfruttando una nuova forma di schiavitù del lavoro. 

Tutti carnefici inconsapevoli di tutele e di conquiste, pur essendo beneficiari di un sistema che garantisce solo una parte dei lavoratori.

Affinchè la Festa del Primo Maggio non diventi anacronistica, occorre una nuova consapevolezza, costruendo un nuovo patto sociale che dovrebbe tendere all’equità ed alla pari dignità di tutti.

Dove il primo segnale sarebbe quello di rinunciare a qualche comodo privilegio per garantire di più chi oggi viene vessato maggiormente da un sistema troppo squilibrato ed egoista, in nome di una vera uguaglianza tra tutti i lavoratori”.

Chi festeggia il Primo Maggio?

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di Egidio Marchetti

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