Novità editoriale: esce Stellina

Giovanna La Saponara, é un’insegnante salernitana.

Insegna alla scuola dell’infanzia, da poco tempo ha scritto “Stellina”, raccolta di quindici fiabe che raccontano di fiori e di animali.

Perché l’hai scritto?

“E’ venuto da solo. Quando ho fatto il corso di immissione in ruolo la commissione ci chiese di scrivere una favola.

La mia favola piacque tanto ai commissari che mi consigliarono di scrivere un  libro”.

Quanti anni fa?

“Entrai in ruolo ventisei ventisei anni fa, ma l’ho scritto nel corso del tempo. Per molto tempo l’ho lasciato perdere, poi le parole sono venute da sole”.

L’hai già presentato?

“Ancora no, ma ho cominciato a donarlo ai miei bambini quando lasciano la scuola dell’infanzia. L’ho donato anche ai miei amici”.

Chi sono i protagonisti delle tue favole?

“Animali e fiori, ma non sono favole scritte prettamente per i bambini perché credo che parlino un po’ a tutti”.

Qual é la favola che ti piace di più?

“Il pulcino e il suo uovo, l’ho dedicata a mio figlio. Racconta di un pulcino che non riesce ad uscire all’uovo e per farlo ha bisogno dell’aiuto di tutti.

Quando esce dall’uovo viene guardato male. Ma poi tutti lo aiutano”.

Sei insegnante, ma anche madre.

“Sì, sono mamma di un uomo affetto da sindrome di down, ha trent’anni.

E’ tutta la mia vita, mi ha insegnato tanto, mi ha dato tanto, é la mia felicità e la mia forza.

E poi é buonissimo, é un angelo bellissimo. L’amore della mia vita é lui”.

Come trascorri le tue giornate?

“Cercando di fare il più possibile al meglio”.

Sei una perfezionista?

“Ci provo”.

Non é sempre una buona cosa?

“Comincio a sospettarlo. Ho cercato e cerco di dare a  mio figlio una vita serena e pregna delle cose più belle”.

Che cosa ti preoccupa?

“Morire. Che lui possa ammalarsi, che lui possa soffrire, che lui possa un giorno non essere più sereno”.

Pensi al “dopo di noi”?

“E’ un pensiero che caccio dalla mia mente ogni giorno”.

Il bello é che “la provvidenza sorge sempre prima del sole”

“Per molti suoi amici non é così, speriamo che per lui sarà così.

E’ andato a scuola fino a 25 anni, adesso frequenta un centro socio-educativo a Salerno dove si trova benissimo”.

Ci sono altre favole che racconti ai tuoi alunni?

“Leggo loro le favole classiche, ma anche le mie”.

Qual é quella che piace di più ai tuoi bambini?

“Forse la prima, La poltrona della scimmietta felice”.

Di cosa parla?

“Di una luce che la scimmietta porta in giro per un mondo fantastico, mentre dorme. E’ il sogno della scimmietta”.

Che cosa fa questa scimmietta?

“Va in giro in un mondo fantastico, pieno di gioia, poi la scimmia e la luce diventano amiche. Ogni volta che la scimmia vuole sentirsi felice, chiude gli occhi e la luce scende a farle compagnia”.

Perché hai scritto questo libro?

“Nel tentativo di  creare un momento di contro fra genitori e figli.

I genitori leggono, i figli ascoltano.

Nella prefazione parlo dell’esigenza dei nostri figli di avere il nostro tempo, un tempo da vivere insieme serenamente”.

Che cosa ti ha insegnato essere la madre di un ragazzo speciale?

“Mi ha insegnato a dare, ma anche a pretendere perché bisogna sempre combattere perché siano rispettati i diritti dei nostri figli speciali”

stampa

di Ornella Trotta

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