NAPOLI. È John Malkovich il protagonista assoluto della “Sezione Internazionale” del Campania Teatro Festival.
Assieme all’attrice lituana Ingeborga Dapkunaite, porta in scena In the solitude of cotton fields di Bernard Marie Koltès. Lo spettacolo è una prima nazionale e la regia è affidata a Timofey Kuliabyn.
Campania Teatro Festival
Giunto alla XVI edizione, il CTF è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, con il sostegno della Regione Campania. Si conferma essere la più imponente rassegna teatrale italiana, che negli anni si è imposta all’attenzione del panorama nazionale e internazionale.
9 le Sezioni (Internazionale, Prosa nazionale, Danza, Osservatorio, SportOpera, Musica, Letteratura, Progetti Speciali, Mostre) per un totale di 93 eventi e 116 repliche, con 57 prime assolute e 5 nazionali in 31 giorni di programmazione. Larga prevalenza delle drammaturgie contemporanee.
Per il settimo anno dirige Ruggero Cappuccio.
“La disumanizzazione è il tema di quest’anno – dice Cappuccio -. Assistiamo alla decadenza dei desideri e alla loro commercializzazione, per dirla alla maniera di Foucault”.


In the solitude of cotton fields
In questo ambito di smaterializzazione dell’io, ben si inserisce l’opera scritta nel 1985 da Koltès.
Due persone si incontrano: una è il “venditore”, l’altra è il “cliente”. Il venditore cerca di vendere all’acquirente qualcosa che deve dire a se stesso. Tuttavia, l’acquirente non vuole chiamare questo oggetto per nome e rifiuta in ogni modo la transazione.

Siamo nel subconscio, nell’incubo di qualcuno. Due gli attori, uno soltanto il protagonista. Un uomo (o un’entità) che lotta con se stesso. Lo capiremo andando avanti nella visione dello spettacolo, quando l’anime di uno si impossesserà del corpo dell’altro e viceversa. Ne nasce così un dialogo che diviene monologo, mentre ci si avvicina sempre più verso il baratro.
Interpretazione magistrale quella di Malkovich e della Dapkunaite. Entrambi padroni assoluti dello spazio scenico e della propria corporeità, a dimostrazione di una complicità pressoché totale.

D’altronde, non è la prima volta che i due attori lavorano insieme. Hanno infatti interpretato The Giacomo Variations diretto da Michael Sturminger e il film di produzione russa About Love. For Adults Only.
Durante la mini conferenza post spettacolo, John Malkovich racconta che questa è la sua prima volta a Napoli, sebbene abbia già recitato su altri palcoscenici italiani.
A chi gli domanda quanto di lui c’è in ogni suo personaggio, risponde così:
Well, we only have ourselves to work with. I mean… if l read a piece of literature like this which is very dence, very elegant, very evasive… and yes misterious text, all l have of myself,of my observation and of course that the director, the dramaturg and my collegues. So all l have to use is myself l can’t use anybody else. I mean l could if l could but l cannot.
Si dice, in effetti, che sia straordinario… Essere John Malkovich, anche solo per 15 minuti.