L’editoriale dal titolo Giovani e lavoro. Dal Sud al Nord con ritorno? https://www.ilbello.info/2023/08/23/nord-sud-e lavoro-partire-ma-tornare ha suscitato le reazioni, le emozioni e i commenti di amici e lettori.

In foto Luisa Ovidio, giovane campana che lavora a Verona.

Sono intelligenti, belli e capaci i nostri ragazzi, ma vanno via ad arricchire nuove terre con grave grande danno per il Sud che perde teste, braccia e cuori.

 

Luisa Ovidio, giovane campana, lavora a Verona

 

Sarebbe bello se si andasse e poi si tornasse a Sud per restituire alla terra che li ha formati, li ha educati e li ha laureati competenze, azioni, energie.

Aniello Salzano, docente universitario, già sindaco di Salerno: “Li regaliamo alle aziende del Nord”

Aniello Salzano

“Salerno perde circa 500 giovani ogni anno. Si trasferiscono al Nord o addirittura nei paesi stranieri. Sono ragazzi con un titolo studio conseguito nelle nostre scuole, che poi regaliamo a titolo gratuito di solito alle aziende settentrionali.
I nostri paesi si impoveriscono, con sempre meno abitanti, con scuole che spariscono, uffici pubblici che chiudono. Insomma i paesi, soprattutto delle aree interne, che sopravvivono nella più assoluta desolazione.
Occorre correre ai ripari quanto prima, altrimenti le diseguaglianze crescono e avremo un Paese con equilibri sociali e politici precari”.

 

Dino Liguori, direttore sanitario ospedali di Oliveto Citra e Polla: “Bisogna agire, trovare forme di finanziamento per farli tornare

Il dottor Gerardo Liguori

 

 

 

“Cara Ornella, bisogna capire come trovare fondi di finanziamento per inizio attività e intervista un direttore di banca su quali sono i criteri di rischio di affidabilità bancaria per un fondo ad una giovane impresa”.

Liliana Luongo, professoressa:”La politica potrebbe fare di più”

Guido Miserandino e Liliana Luongo

“E’ un tema attuale e importante, ma la sua gestione dovrebbe essere gestita dalla nostra “illuminata” ☺️ classe politica”

Michele Albanese, direttore di banca:”E’ un tema a me caro”

Michele Albanese

“È un argomento a me molto caro…. Se hai ascoltato la mia intervista in Rai, ti renderai conto della mia preoccupazione e della mia soluzione che, ovviamente, non è risolutiva ma che potrebbe essere da esempio”.

Un sognatore come me

“Ho letto il Tuo viaggio alla scoperta delle emozioni di chi parte alla conquista di una vita migliore, almeno così sperata o forse solo perché costretto dalla necessità.

Il fenomeno è forse meno complesso di quello che può sembrare perché è antico quando il mondo.

Le cause e le ragioni sono molteplici e sono in ognuno di noi: nei nostri sogni, nei nostri bisogni, nelle nostre speranze, nei nostri contingenti desideri.

Ciò che colpisce l’animo nella Tua ricerca è il sogno che Tu desireresti comune a chi parte è l’aspirazione al ritorno.

È il desiderio di una sognatrice che ama la Sua Terra e il Suo mondo.

Grazie, Ornella carissima, per averci fatto sognare”.

Mariella Marchetti, docente e giornalista de La Repubblica: “Il divario Nord Sud si allargherà sempre di più”

Mariella Marchetti

L’ emigrazione di giovani del Sud verso le città del Nord è una vera emorragia che non si arresterà se non si comincia ad affrontare il problema seriamente.

Non è più il tempo di aspettare: il divario nord sud si allargherà sempre di più, i paesi si spopoleranno, i servizi sul territorio continueranno progressivamente ad essere eliminati, il Sud conterà sempre meno a livello politico e questo vuol dire non avere più peso, non avere una voce.

Si rischia a breve di cancellare il patrimonio immateriale delle rispettive culture di appartenenza, della storia di centinai di paesi che hanno tradizioni dalle radici profonde, un patrimonio immenso che non può andare assolutamente perduto.

Michele Campanozzi, scrittore e teologo: “Speriamo ritornino”

Michele Campanozzi

 

“Speriamo sia così. Stiamo regalando le migliori energie ad altri impoverendoci. Che peccato!”

Salvatore Forte, sindacalista, già parlamentare: “E’ un tema antico”

Salvatore Forte

“È un tema antico! Antico come la valigia di cartone pressato.

Di solito in quella valugia non c’era quasi niente. Di solito si parte perché dove si è nati , dove si è trascorsa una dura adolescenza non c’è nulla. Niente!

La fuga dei cervelli. La fuga dei mestieri, la fuga delle braccia. Emigrare per non morire! La mia prima fuga è datata 1953.

Da Salerno a Taranto con diramazioni per Roma, Bologna, Milano, Berna, Zurigo. Un bel gironzolare.

Un ritorno con la valigia piena di esperienze”.

 

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di Ornella Trotta

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