Ph Alessandro Calamo

NAPOLI. Il mito di Charlie Chaplin rivive a teatro, in una sera di fine estate, nel cortile del Maschio Angioino.

A interpretare Chaplin il giovane attore Mario Autore, candidato come “Miglior Attore non protagonista” ai Nastri d’Argento 2022 per I Fratelli De Filippo di Sergio Rubini.

 

Lo spettacolo

 

Charlie Chaplin, l’uomo dietro la maschera racconta, in un lungo flashback, la travagliata storia intima del genio del cinema muto. Con il suo personaggio più famoso, Charlot il vagabondo, Chaplin resiste, dopo più di un secolo, come simbolo di una teatralità fatta solo di sguardi e di movimento e mai di parole.

In un’orbita semi onirica che si apre e chiude con la domanda: “Lei è ebreo?”, viene ripercorsa tutta la vita dell’attore, a cominciare dalla sua infanzia fino all’esilio in vecchiaia, circondato dall’amore della quarta moglie Oona e dei numerosi figli, nipoti e pronipoti.

 

 

Ph Alessandro Calamo

 

Sir Charles Spencer Chaplin

 

Ma chi era davvero Sir Charles Spencer Chaplin e perché si riteneva fosse “nemico degli americani”?

Un uomo incredibilmente interessante e discusso: una vita privata fatta di leggende e miti mai confermati, di amori impossibili, di potentissime e complesse relazioni familiari. Chaplin, dietro la maschera comica di Charlot, ebbe una storia incredibile, che conobbe i morsi della povertà e della fame, il dolore dell’abbandono, l’epica della rinascita e della scalata al successo.

Evince, dalla presentazione dello spettacolo, che dietro la maschera muta è vissuto un uomo di tante parole e di tanto contenuto; mai banale, forse un po’ sopra le righe, che segue le vicissitudini del mondo che gli sta cambiando intorno senza farsi inghiottire dagli eventi.

 

È la madre ad insegnargli che le parole non servono: serve l’azione. Ed è la stessa madre, attrice nei suoi sogni, in realtà ballerina osé in teatri di quart’ordine, che gli farà scoprire quanto sia bello vedere sorgere il sole dietro alle nubi.

 

A differenza del fratello Sydney, uomo di numeri e concretezze, Charlie non perderà mai quell’alone fantastico ereditato dalla donna che lo aveva generato. Ne seppe tirar fuori il bello lasciandoci in eredità opere meravigliose.

 

Malinconia e risate

 

Tutto questo è ottimamente descritto nella pièce scritta, diretta ed interpretata da Franco Nappi (Sydney Chaplin), progetto de “IlDemiurgo – teatro di performance d’arte”.

I due attori si dividono equamente la scena, riempendo lo spazio con grande padronanza di corpo, ritmo e voce.

Assieme ai due “fratelli”, in scena anche Chiara Vitiello, interprete di tutte le donne della vita di Chaplin. Con un solo oggetto diverso indosso ogni volta, riesce a definirne egregiamente le varie personalità.

Saranno proprio i siparietti tra Autore e la Vitiello, che descrivono i numerosi matrimoni e divorzi, le parti meno malinconiche e più comiche dello spettacolo.

 

D’altronde, bilanciare equamente malinconia e comicità rimane il tratto distintivo dell’intera opera di Chaplin. Non si può non ridere del vagabondo e del monello senza tuttavia lasciarsi travolgere da un senso di vago scoramento, ma è solo un attimo.

<<Aveva nel sorriso il pianto del mondo e nelle lacrime delle cose faceva brillare la gioia della vita>>, scrisse di lui Giovanni Gozzini sul Corriere due giorni dopo la sua morte.

 

Tolta la maschera di Charlot, dunque, non resta il vuoto bensì una figura reale, per certi versi precorritrice di quei suoi “tempi moderni”, che certamente avrebbe ancora molto da raccontare, anche senza voce.

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di Marianna Addesso

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