L’onorevole Franco Mari

Franco Mari: “L’AI ci darà ricchezza, tempo libero e salario unico, ma lo Stato dovrà vigilare

L’intelligenza artificiale ci libererà dal lavoro e, finalmente, avremo tanto tempo libero e un salario unico per tutti.

Lo dice il deputato salernitano Franco Mari, segretario della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle condizioni del lavoro in Italia.

Onorevole, come cambierà il lavoro con l’intelligenza artificiale?

“Avremo lavori che scompariranno, altri saranno creati e altri ancora cambieranno in modo profondo”.

Si può prevedere quali lavori scompariranno?

“Si comincia a vedere che si tratta di alcuni lavori intellettuali”.

Anche il vecchio insegnante potrebbe scomparire.

“Le fasce d’insegnamento si ridurranno, si pensi alle lingue.

Alcune professionalità docenti saranno sostituite non necessariamente dall’intelligenza artificiale, ma dalle tecnologie già presenti nella nostra scuola.

Pensiamo al video che spiega come si fa la divisione a due cifre.

Quel video che oggi aiuta l’insegnante domani lo sostituirà”.

In che modo la Commissione Parlamentare Lavoro prevede di regolamentare il fenomeno?

“La Commissione Parlamentare si divide tra conservatori.

La destra pensa che l’Intelligenza Artificiale debba servire a controllare il lavoro, a regolarlo.

La sinistra crede che l’Intelligenza Artificiale debba liberare tempo di lavoro”.

Poi sarà necessario quantificare tempo e denaro.

“Oggi c’é  eccessiva concentrazione della ricchezza.

Sicuramente l’intelligenza artificiale creerà più ricchezza, il problema sarà redistribuirla. E questo sarà compito dello Stato.

Il bello é che il lavoro tenderà a scomparire sempre di più, a ridursi all’indispensabile e la ricchezza sarà redistribuita con il reddito universale”.

Finalmente un reddito uguale per tutti?

“Quello di base sì. Ad esso si aggiungerà la capacità di ognuno di creare, di intraprendere, di lavorare. Dobbiamo immaginare una società diversa”.

Possiamo dire che saremo donne e uomini liberi dal lavoro?

“Sicuramente, ma, purtroppo, ci attardiamo su vecchi modelli.

I grandi errori della storia sono sempre venuti dall’attardarsi su modelli e regimi antichi”.

 

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di Ornella Trotta

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