Women of the Future
“La donna del futuro”, intervista a Larabella Myers, nomination per il premio annuale Women of the future Awards, è stata una sorpresa?

Assolutamente. Certo arrivare tra le finaliste è, per quanto mi riguarda, un grande risultato che io conseguo a 23 anni. Spesso si fa fatica a riconoscere i propri successi. Sono grata alla giuria internazionale per avere riconosciuto i miei contributi nel campo della sicurezza informatica e delle nuove tecnologie rendendolo anche più inclusivo rispetto alla diversità di genere e di pensiero.

Nomination Technology & Digital
La donna del futuro perché?

La donna del futuro è un’apripista ed io all’Università di Warwick in Inghilterra ho sperimentato nuove strategie di lavoro che sottolineano il lato umano e politico di questioni tecniche quali gli algoritmi, la protezione dei dati e varie vulnerabilità ad attacchi cibernetici delle applicazioni che usiamo quotidianamente.

Parità di genere in un settore quello della cyber security esclusivamente maschile?

 La donna del futuro perché mi è stato riconosciuto il merito, infatti, di avere aperto il settore alle donne. Ho iniziato a lavorare come ricercatrice e consulente del governo britannico nel 2019 e mi sono sempre trovata seduta al tavolo con soli uomini. La diversità di prospettive è estremamente importante quando si parla di creare delle tecnologie che andranno a modellare il nostro futuro.

Concretamente?

Per questo ho fondato un’organizzazione che si occupa di promuovere la diversità nel settore fornendo abilità e competenze spendibili alle donne e ai membri di comunità meno rappresentate affinché possano avviarsi a carriere di successo.

Tutto come è cominciato?

Ho frequentato le scuole pubbliche in Italia, fino alla maturità del liceo classico. In seguito, mi sono spostata in Inghilterra all’Università di Warwick per studiare filosofia, politica ed economia. Lì ho trovato una comunità eclettica di pensiero che mi ha stimolato moltissimo e che ha incentivato il mio pensiero critico.

Il metodo montessoriano, inoltre, mi ha spronato sempre a impegnarmi su più fronti, rispettando i tempi di consegna e soddisfacendo il mio spirito di ricerca.

 

Concretamente?

Durante gli studi non ho mai smesso di lavorare. Da quasi sei anni lavoro come comunicatrice tecnica in un’azienda italiana di software. Come ho già detto ho collaborato con il governo britannico per la cyber security, ho fondato un’ organizzazione umanitaria e una startup di moda consapevole. Tutti progetti che mi hanno dato moltissimo per imparare a gestire marketing, branding, business, finanze, comunicazioni.

Abilità che ritornano sempre utili anche attualmente?

Certo. Mi sono laureata nel 2021. Ho iniziato a lavorare a Singapore per un’azienda di cyber security dove ricopro il ruolo di comunicatrice tecnica e consulente. Amo il mio lavoro e ogni giorno imparo nuove cose. Il prossimo anno andrò a studiare a Cambridge Technology Policy (Diritto Tecnologico) e ciò che ho imparato sul campo sicuramente mi servirà.

La tesi del 2021?

Nello specifico ho portato l’attenzione sul ruolo dei problemi nella sicurezza informatica dell’app TikTok all’interno delle dinamiche geopolitiche tra Stati Uniti e Cina. Bisogna stabilire le eventuali responsabilità giuridiche e penali quando il crimine digitale è commesso senza confini territoriali, in un sistema di interconnessioni. Tre miei saggi accademici sono stati pubblicati a riguardo.

Essere perfettamente bilingue l’ha aiutata?

Sicuramente. Sono nata a Londra da padre inglese e da madre italiana, insegnante d’inglese. L’essere internazionale è stato sempre un punto di forza, ma anche un’insicurezza. Ho sempre trovato difficile sentirmi pienamente parte di una comunità.

Famiglia Myers
Cultura generale?

Il percorso di studi in Italia mi ha offerto una preparazione multidisciplinare che solo la scuola italiana dà. Ciò nonostante, ho molti risentimenti verso l’istituzione scolastica italiana. Inoltre, non sempre ho avuto insegnanti che amassero la loro professione.

Si può parlare di fuga dei cervelli nel suo caso?

Mi faccio ridere da sola, ma potrei dire di considerarmi una cittadina del mondo, più per mancanza di una casa a cui appartenere appieno, che non perché io veda la mia casa ovunque. Ora vivo a Singapore, ma spero di ritornare in Europa a portare i miei contributi a casa. Il bello è che penso che l’Italia sia il paese della bellezza ma che sia anche un paese da “svecchiare”, dove i giovani debbano trovare più spazio, aiuto e riconoscimento.

Tre aggettivi per la donna del futuro?

Penso che la cosa più importante sia essere sempre umili e pronti a migliorare sé stessi, senza smettere mai di studiare acchiappando ogni opportunità che ci si presenta. Un solo aggettivo: curiosa.

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di Barbara Avanzini

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