Riviera Maya: il Parco delle Meraviglie Xcaret è sorpresa, è folklore, è storia, è Messico. Ne parlo da turista italiana.
Immaginate di essere introdotti in una selva “addomesticata” con la possibilità di nuotare in grotte non lontano dalle mangrovie, da alberi con liane e con coati (simili ai procioni) che passeggiano tra un albero e l’altro.
Fiori?
Certo. Moltissimi tipi di orchidee e svariati alberi dalle proprietà terapeutiche. Ficus beniamini che raggiungono l’altezza di un edificio e palme. Palmizi all’ombra dei quali poter riposare in comode amache bianche.

Il mare?
E’ lì a pochi passi. Siamo ai Caraibi.

Animali?
Eccoli sono i fenicotteri che accolgono all’ingresso. Se ne vanno in fila indiana, seguendo l’esca del cibo che l’allevatrice somministra verso mezzogiorno.

I pappagalli Ara, guacamaya, sembrano immobili e si fanno fotografare con semplicità.

E le tartarughe?
Solo in grandi vasche. Un grande acquario vicino alla spiaggia dove ancora vengono a depositare le uova.

Attrazioni?
Certo il rodeo con i cavalli ed abili charros con lazo, addestratori di delfini e di squali


Soprattutto ad attirare la nostra attenzione sono los Voladores de Papantla, patrimonio immateriale universale dell’umanità. I famosi uomini uccello che sembrano volare.

S’inerpicano su una pertica altissima al suono di un piffero. Musica rituale suonata in un equilibrio da trapezista da colui che sta al centro. si lanciano appesi ad una corda, legata a un piede, a testa in giù. Sono quattro. Rappresentano i quattro punti cardinali. Volteggiano come in una giostra. Il Bello è che volano per davvero.
Costumi?
Costumi tradizionali nei ristoranti, costumi da bagno e mute nella vasca dei delfini e in quella degli squali, ma soprattutto ricostruzione della millenaria storia del Messico con riti e usanze come quello del gioco della pelota.

Si pratica colpendo la palla con gomiti e anche. Mai con i piedi e le mani.
La palla deve centrare l’anello posto in alto e fissato ad una parete. Proprio come un pianeta intorno al sole.
Spettacolo preferito?
Senz’altro quello serale. Tutto il Messico è lì con la sua storia, i suoi colori, le sue danze, i suoi Mariachis e soprattutto il suo patriottismo.

Una messicanità sanguigna che sta nella pelle morena delle persone discendenti dalle popolazioni autoctone e nei creoli, nati dalla mescolanza con i conquistatori spagnoli.
Qué viva Mexico!