NAPOLI. La città è un vulcano in ebollizione e questa volta non per l’attività sismica!

A causare i tremori, le palpitanti emozioni che i tifosi azzurri stanno vivendo in vista dell’eventuale conquista del quarto scudetto. Dopo la rocambolesca ultima partita, che ha visto i nosocomi locali sfiorare il collasso per i numerosi “infarti calcistici” (fortunatamente, si spera, tutti benigni), l’attesa è ora tutta per la decisiva sfida di venerdì sera, in contemporanea con quella dell’Inter.

Un momento cruciale che potrebbe tingere di tricolore un’intera città.

 

 

Un sogno lungo decenni

 

Per comprendere appieno il fermento attuale, abbiamo intercettato alcune voci nel cuore pulsante di Napoli.

Pino, tassista poliglotta che tra una corsa e l’altra porta in giro per le costiere gruppi di turisti ammaliati, ci regala una testimonianza che sa di storia e passione.

“Stiamo vivendo un sogno!”, esclama con gli occhi lucidi. “La passione per il Napoli è iniziata con Maradona. Noi tifosi over 50 abbiamo conosciuto il calcio con lui e ce ne siamo innamorati! Tante le sofferenze, ma gli ultimi dieci anni sono stati di gioia e rinascita. Con questo secondo scudetto (il 4° in totale, ad appannaggio del Club) il sogno continuerebbe e si consoliderebbe. Ci auguriamo di poter festeggiare come due anni fa!”

Le sue parole dipingono un quadro di amore incondizionato per la maglia azzurra, un legame che si tramanda di generazione in generazione e che trova in Diego Armando Maradona l’indiscusso punto di partenza.

 

 

Le ansie del ricordo

 

Anche il titolare del bar “Fumo e Caffè” a Mergellina, con il chiacchiericcio dei clienti di sottofondo, conferma l’intensità del momento.

“Anche i primi due Scudetti conquistati con la guida del Pibe de Oro sono stati sofferti fino all’ultimo punto”, ricorda con un velo di malinconia mista a speranza. “Due anni fa la questione era già ‘risolta’ da gennaio e dunque era più una riconferma dell’annata ben sostenuta che altro”.

Un’affermazione che sottolinea come la tensione attuale sia più simile a quella degli anni d’oro, quando ogni partita era una battaglia e la vittoria finale un’impresa da sudare.

L’exploit inatteso e le paure

 

Mario e Alberto, tifosi DOC in trasferta solidale a Lecce con la loro Associazione di clownterapia, e dunque impossibilitati a seguire la partita dal suolo natio, offrono una prospettiva esterna ma non meno sentita.

“Quest’annata non è stata una riconferma”, affermano quasi all’unisono. “Anzi… nessuno si aspettava questo exploit, sia per la squadra che per come è andato lo scorso campionato. Siamo stati fortunati e lo dobbiamo anche ai demeriti delle altre grandi che quest’anno non hanno di certo brillato “.

Le loro parole riassumono perfettamente l’umore di molti: un’annata sorprendente, un regalo inaspettato, ma anche un percorso costellato di ansie e paure, dove la gioia per i risultati si mescola alla consapevolezza di un cammino non sempre lineare.

Insomma, Napoli si prepara a vivere una notte che potrebbe entrare nella leggenda.

Le emozioni sono a fior di pelle, tra la speranza di consolidare un sogno e il timore che il destino possa ancora giocare brutti scherzi. Una cosa è certa: qualunque sia l’esito, la passione del popolo napoletano per la propria squadra rimarrà immutata, pronta a esplodere in un tripudio di gioia o a rinascere dalle ceneri in attesa della prossima, inevitabile, resurrezione calcistica.

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di Marianna Addesso

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